LA LUNGA STRADA DEL RITORNO

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“La lunga strada del ritorno” (1962) – Alessandro Blasetti. Restauro presentato al prossimo Festival di Venezia e curato da CSC – Archivio Nazionale Cinema d’Impresa in collaborazione con Rai Teche.

Alessandro Blasetti è stato il più importante uomo di cinema dell’Italia fascista, non solo per i capolavori girati negli anni ’30 ma anche per il decisivo contributo alla nascita e alla costruzione degli enti statali voluti per il cinema dal regime, dal Centro Sperimentale a Cinecittà. Nel dopoguerra, come scrisse Carlo Lizzani, “da vero liberale cominciò a prodigarsi per la difesa del cinema italiano di ogni tendenza dalle censure e dai conformismi di quei primi anni del dopoguerra”. Fu uno dei primi cineasti italiani a comprendere le potenzialità espressive e comunicative della televisione. La lunga strada del ritorno, andato in onda nel 1962, è il suo primo lavoro per la Rai.

Sinossi.
La prima trasmissione televisiva di Alessandro Blasetti. Un toccante reportage sui reduci italiani della Seconda guerra mondiale, che raccontano le drammatiche vicende dei soldati italiani sui vari fronti. Grande sperimentatore di forme audiovisive, Blasetti compone un affresco su un periodo drammatico della nostra storia recente, alternando materiali di repertorio a testimonianze personali, tra cui spicca quella di un sergente maggiore che ricorda la ritirata di Russia, sorpreso in un’osteria di montagna, tra compaesani ed ex commilitoni: Mario Rigoni Stern.

Nota del restauro: La lunga strada del ritorno, trasmissione televisiva curata e diretta da Alessandro Blasetti nel 1962, è stata recuperata da RAI Teche e restaurata in digitale in collaborazione con l’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa. La trasmissione, originariamente divisa in tre puntate, è stata digitalizzata in 2k a partire dai negativi in 16mm e in seguito montata in unico blocco. La pulizia digitale è stato eseguita con i software Phoenix Refine e DaVinci.
Al restauro ha collaborato il CIAN, l’Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa sorto nel 2006 in convenzione tra il Centro Sperimentale di Cinematografia, la Regione Piemonte, il Comune di Ivrea e Telecom Italia Spa, per la conservazione e la diffusione dei documenti visivi realizzati in ambito d’impresa.

Il cinema industriale ha rappresentato dagli anni Trenta agli anni Ottanta un settore importante della politica aziendale e ha prodotto migliaia di documentari. La riscoperta degli archivi industriali consente inoltre di valorizzare ambiti produttivi del cinema italiano a lungo dimenticati, reintegrando nella filmografia di importanti cineasti le opere da loro realizzate per il cinema d’impresa. L’archivio conserva, infatti, opere di: Ermanno Olmi, Michelangelo Antonioni, Alessandro Blasetti, Paolo e Vittorio Taviani, Bernardo Bertolucci, Luciano Emmer, Dino Risi, Valentino Orsini. A Venezia, oltre che con il restauro di Blasetti, la sede del CSC di Ivrea sarà presente anche in occasione dell’incontro “Autori Fedic alla Ribalta e in Cineteca”, curato da Paolo Micalizzi, che si terrà giovedi 7 settembre, ore 15-17, all’Hotel Excelsior nello Spazio Incontri Venice Production Bridge. A gennaio 2017 la Federazione Italiana dei Cineclub (FEDIC) ha depositato la sua cineteca presso l’Archivio di Ivrea: oltre 5.000 “film amatoriali”, talvolta opere giovanili di autori importanti (da Bruno Bozzetto a Franco Piavoli) la cui qualità espressiva ci ricorda una battuta di Charlie Chaplin, nei panni di Calvero, in Luci della ribalta: “Siamo tutti dilettanti, perché la vita è troppo breve per diventare professionisti”.

(Comunicato stampa)

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