NON SOLO COP26

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Si è parlato moltissimo di clima, problematiche ambientali, riscaldamento globale, etc., nei recenti vertici di Roma (il G8, sotto la presidenza della Repubblica Italiana) e di Glasgow (il cosiddetto COP26, che però nessun giornale o Tg ha spiegato trattarsi della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021, denominata ‘26’, perché si trattava della XXVI Convenzione quadro dell’ONU sui cambiamenti climatici, sotto la presidenza del Regno Unito), ma le problematiche sono anche molte altre e non meno rilevanti.
Una parte di esse le possiamo conoscere meglio attraverso il volume di Guillaume Pitron “La guerra dei metalli rari – Il lato oscuro della transizione energetica digitale” (LUISS University Press – Roma, maggio 2019. Libro cartaceo: 20,00€; E-book: 11,99€).
Guillaume Pitron è un giornalista e documentarista francese, vincitore nel 2017 del prestigioso ‘Premio Erik Izraelewicz’ del quotidiano “Le Monde”, per il giornalismo economico d’inchiesta. Scrive, tra gli altri, su “Le Monde Diplomatique” ed il “National Geographic”. “La guerra dei metalli rari” è il suo primo libro.
In un mondo segnato da disuguaglianze e conflitti, e su un pianeta sofferente, l’energia pulita e le nuove tecnologie sembrano essere oggi i vettori di un futuro migliore, nel quale l’umanità potrà finalmente interrompere la dipendenza dai combustibili fossili e perseguire una crescita più sostenibile e sempre meno basata sullo sfruttamento di risorse finite. Non molti sanno, tuttavia, che la transizione energetica e digitale nasconde un’altra dipendenza: tutte le tecnologie ‘verdi’ (come pale eoliche, pannelli solari e veicoli elettrici) e tutti i settori più strategici dell’economia del futuro (ad esempio robotica, intelligenza artificiale e self-driving cars) hanno una componente essenziale nei cosiddetti metalli rari, materie prime contenute nelle rocce terrestri in proporzioni ridotte, attorno al controllo ed allo sfruttamento delle quali rischia di scatenarsi una guerra che, come quelle combattute in passato per il dominio sulle risorse, potrebbe avere per l’umanità conseguenze drammatiche. In questo libro, costato anni di indagine e ricerche condotte sul campo e in tutto il mondo, Guillaume Pitron racconta il lato oscuro della transizione energetica e digitale, i rischi geopolitici che stiamo correndo e persino il disastro ecologico che l’estrazione e lo sfruttamento indiscriminati di queste risorse rischiano paradossalmente di causare nei paesi produttori. La guerra dei metalli rari, combattuta spesso in silenzio e lontano dai nostri occhi, è lungi dall’essere perduta: conoscerne le dinamiche segrete ed i gravi rischi è tuttavia fondamentale per evitare che la maggiore speranza per il futuro del pianeta e dell’umanità non si trasformi in un terribile incubo.
Abbiamo menzionato pannelli solari, veicoli elettrici, ed è sufficiente vedere l’impegno in prima linea, e l’esempio personale fornito da egli stesso, di Mons. Plinio Poncina, che oltre ad essere da oltre mezzo secolo un sacerdote instancabilmente al fianco degli ultimi, dà il proprio esempio girando per Roma con un’autovettura elettrica, dando ulteriori esempi pratici di vita quotidiana, ed alzando un’attenzione sin qui inesistente su un problema estremamente poco noto, se non del tutto sconosciuto: quello della stearina (che se già fosse tristearina pura, non diciamo che sarebbe molto meglio, ma decisamente ‘meno peggio’, questo sì, ed invece la stearina è una miscela di trigliceridi ad alto punto di fusione), un trigliceride derivante dalla condensazione di tre molecole di acido stearico con il glicerolo, che si usa da ben 203 anni (ebbene sì, addirittura dal 1818) per la preparazione di candele, ed è talmente micidiale da trattarsi di una sostanza non solubile in acqua. Pensate alle tante candele costantemente accese nelle chiese, ed ancor di più ai tanti ceri accesi; pensate all’insieme di tutto ciò, al chiuso di luoghi di culto che si trasformano in luoghi di alto pericolo per le basse vie respiratorie di sacerdoti e di fedeli, che già entrano in un luogo pregno di questa micidiale sostanza che alla lunga può condurre, anche con relativa facilità, a problematiche polmonari per lo più irreversibili! Chi ha mai pensato a ciò? Chi ne parla? Mi si dice che da tempo, al posto di candele e ceri a base di stearina, non certo per motivi di salute, anzi, ma solo per motivi legati al profitto (e dopo due secoli… un cambiamento era il minimo, ma era auspicabile che fosse in meglio e non il contrario), candele e ceri sono in larga parte prodotti attraverso paraffine e cere di derivazione petrolifera, e non c’è bisogno di aggiungere altro. Se sacerdoti e fedeli si sottoponessero ad una TAC HR (che sta per ‘alta risoluzione’) del torace, potrebbero scoprire sorprese molto sgradevoli a carico dei polmoni, e magari si interrogherebbero sul perché, magari non essendo fumatori e non comprendendo quali fattori di rischio abbiano causato non carcinomi, ma patologie comunque assolutamente severe.
Ecco, seguiamo i consigli dell’illuminato giornalista francese Pitron; seguiamo gli sviluppi e le eterne promesse, corredate da date ultime entro le quali raggiungere gli obiettivi sanciti da troppi vertici e pochissimi risultati ottenuti, dei grandi vertici internazionali che aprono le prime pagine di giornali e telegiornali per un brevissimo lasso di tempo, per poi sparire dall’attenzione mediatica; ma seguiamo anche, se non soprattutto, questioni con le quali conviviamo nel quotidiano, anche senza saperlo (com’è nel caso della composizione di candele e ceri, e dei veleni che esse sviluppano in fase di combustione una volta accesi, perché a fronte di una o di poche sostanze componenti candele e ceri ancora da utilizzare, quindi spenti, c’è una miriade di sostanze volatili assai pericolose per la salute che si sviluppano in fase di combustione, una volta accesi e lasciati pressoché H24 nelle chiese, luoghi chiusi, per anni, per decenni, giacché consumate una candela o un cero, vengono sostituite da altre, e poi altre ancora. Non ci vuole molto. Basta entrare nella logica di passare, come pochi hanno già fatto, troppo pochi, alle candele ad accensione elettrica, nient’altro che delle ‘lampadine su base tipo candela’ ad uso di culto. Certo, bisognerà convincere lo zoccolo duro di chi da un’intera vita trova una maggiore rispondenza tra l’offerta fatta per l’accensione ed il correlato gesto dell’accensione stessa della candela, rimanendo perplessi dinanzi ad un’offerta che può apparire in cambio del nulla, di un’accensione più ‘fredda’, quasi non fosse ‘valida’; ma anche le persone più anziane hanno non solo il dovere, ma soprattutto il diritto (per se stesse, in primis), di proteggere la salute propria e degli altri fedeli. Partendo da un’apparente piccola cosa, e moltiplicandola per centinaia, perfino migliaia, di piccole cose quotidiane, possiamo fare sin d’ora moltissimo, senza attendere l’ennesima scadenza politica sulle ‘grandi cose’ che già sappiamo che non verrà rispettata, perché prima tutto doveva avvenire entro il 2000, poi entro il 2020, ora entro il 2030 ma già si parla del 2050, con Russia, India e, soprattutto, Cina, che rappresentano quasi il 40% della popolazione mondiale, che snobbano regolarmente summit e relativi accordi, in nome di un profitto selvaggio, che poi arricchisce i soli ricchi, ed indebolisce ulteriormente la fetta molto più larga di questi popoli che vive nella povertà assoluta.
Sensibilizzate i vostri parroci, che siate fedeli o no, qui non è questione di credere o non credere, di praticare o non praticare; qui si tratta di salute. Uniamo i grandi temi meravigliosamente trattati da Pitron ai piccoli (si fa per dire) temi, per i quali si batte Mons. Plinio Poncina, dando l’esempio nella sua parrocchia di Roma Est, girando in auto elettrica per tutta la capitale aiutando emarginati e bisognosi, perché – nella realtà – il tema è univoco! Non ci sono tanti temi ambientali e salutistici; non ci sono grandi e piccoli temi. Il tema è davvero univoco e comprende dentro di sé un enorme insieme di voci, proprio come un grande libro di saggistica comprende all’interno di un’unica opera un insieme di capitoli, paragrafi, sotto-paragrafi, singole pagine, capoversi. Scriviamo, idealmente, seguendo questo esempio, tutti quanti qualche frase, alcuni paragrafi, e contribuiremo a comporre il grande libro dell’educazione pratica all’ambientalismo, all’ecologismo, alla salute, non dimenticando che l’enorme dramma globale dell’attuale pandemia nasce da una piccola, drammatica, pagina di ‘mala-igiene’ e di ‘maleducazione ecologista’ in una città cinese, che si sperde nell’immensità di un pianeta che ora ne paga le conseguenze con molti milioni di morti e moltissime decine di milioni di contagiati che, non raramente, non guariscono del tutto, riportando danni irreversibili come fibrosi polmonare, stanchezza cronica, e mille altre cose ancora, mentre i governi si preoccupano soprattutto della contrazione economica del PIL, dando esempio di disprezzo della vita umana.

(fonte: Franco Baccarini
Agenzia di Stampa PressItalia)

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