(Foto Jacopo Brogioni)
NON MI LASCIARE (FICTION RAI 1)
DI: FRANCO BACCARINI
IN: ARTE, CULTURA E SPETTACOLO
Presentata ieri, martedì 4, in streaming, la nuova fiction di Rai1, “Non mi lasciare”. Purtroppo, causa covid, da quasi due anni le proiezioni e le relative conferenze stampa RAI non si tengono nella meravigliosa e storica “Sala A” o “Sala degli Arazzi”, ma in streaming. Nella fattispecie, nel pomeriggio di lunedì siamo stati messi in condizione di assistere alla prima puntata, che ci ha fatto capire senza ombra di dubbio di trovarci di fronte ad un prodotto non soltanto innovativo ma anche di alta qualità; quindi, martedì alle 12.00 si è tenuta la conferenza stampa alla presenza (loro sì, in RAI, a doverosa e totale distanza di sicurezza) del regista Ciro Visco, della protagonista Vittoria Puccini, e di uno dei due co-protagonisti, Alessandro Roia, in assenza di Sarah Felberbaum, impossibilitata.
SCHEDA
CAST ARTISTICO
Elena Zonin VITTORIA PUCCINI
Daniele Vianello ALESSANDRO ROIA
Giulia Lari SARAH FELBERBAUM
Francesco Bianchi SERGIO ALBELLI
Emilia Zirri FEDERICA GIRARDELLO
Luigi Fornari EUGENIO FRANCESCHINI
Andrea Maffetti GIANMARIA MARTINI
Vincenzo Molli MASSIMO RIGO
Augusto Ripetti IVAN ZERBINATI
Vittorio Ravagnin NICOLA PANNELLI
Pietro Tomà RICCARDO LEONELLI
Franco Bellosi LIVIO PACELLA
Marta Ballarin DEMETRA BELLINA
Luciano Ballarin ANDREA DE MANINCOR
Agata PIA ENGLEBERTH
Elisa CATERINA SILVA
Jacopo SIMONE BALDASSARI
Giancarlo Lucetti VINCENZO TOSETTO
Luca Misuri ANTONIO ORLANDO
Marco Trevisan ROBERTO ZIBETTI
Diego LORENZO DELLAPASQUA
Angelo Bassano DUCCIO GALLORINI
e con MAURIZIO LOMBARDI
e con SANDRA CECCARELLI
CAST TECNICO
Regia di Ciro Visco. Una serie creata da Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli. Soggetto di serie di Fasoli e Ravagli con la collaborazione di Ivano Fachin, Giovanni Galassi e Tommaso Matano. Sceneggiatura di Fasoli, Ravagli, Fachin, Galassi e Matano. Scenografia di Enrico Serafini. Costumi di Lisangela Sabbatella. Direzione di produzione Alessandro Stella. Montaggio di Alessio Doglione. Fotografia di Giuseppe Maio. Musiche originali di Giorgio Giampà. Produttore esecutivo Riccardo Cardarelli.
SINOSSI DI SERIE
Il vice-questore Elena Zonin (Vittoria Puccini) vive e lavora a Roma, dove si occupa di crimini informatici e dà la caccia ad una rete di pedofili responsabile del rapimento e della vendita sul web di minori. Quando viene ritrovato nella laguna di Venezia il corpo senza vita di un bambino, Elena indaga subito sul caso, convinta che sia riconducibile alla più vasta inchiesta alla quale si dedica da anni. Per lei andare a Venezia significa anche tornare a casa, perché è da lì che è andata via misteriosamente vent’anni prima. Qui ritrova Daniele (Alessandro Roia), il suo grande amore di allora, ora diventato poliziotto come lei, e Giulia (Sarah Felberbaum), la moglie di Daniele, che un tempo era la sua migliore amica. Tra i tre si ricostruisce passo dopo passo lo stesso legame forte e caldo di un tempo, ma con la malinconia del tempo passato, delle occasioni perdute e dei segreti inconfessabili che riguardano quei vent’anni che Elena ha trascorso lontana da loro. Elena si ritroverà, così, stretta tra i ricordi ed i luoghi della sua giovinezza, proprio mentre l’indagine porterà i poliziotti a scoperchiare un caso complesso ed articolato. Un caso che finirà per coinvolgere nemici influenti ed insospettabili, ponendo Elena e Daniele nell’occhio del ciclone di una missione senza precedenti e che metterà a repentaglio la loro stessa vita.
SINOSSI PRIMO EPISODIO
Il cadavere di un ragazzino, Gilberto Ballarin, viene ripescato dai sommozzatori della Polizia nelle acque della laguna di Venezia. Elena Zonin, vice-questore del CNCPO (Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online) ritiene che Gilberto sia stato rapito per essere messo in vendita da una rete di pedofili che lei sta cercando da anni di individuare e sgominare. Arriva quindi a Venezia per occuparsi del caso insieme al vice-questore aggiunto Daniele Vianello, suo amore giovanile. Intanto Angelo, un ragazzino ospite di una Casa Famiglia, crede di chattare con una ragazzina di nome Elisa. Non sa che dietro a quel nome si cela un elegante ed insospettabile uomo.
“Non mi lasciare” è una serie thriller in quattro serate ambientata a Venezia, come detto. Si tratta di una storia tesa e realistica, che ha al suo centro il tema mai così attuale dei reati informatici e dei crimini contro l’infanzia, mai toccato così intensamente da una prima serata di Rai1. Un poliziesco che terrà lo spettatore col fiato sospeso, conducendolo dalle calli ed i canali di Venezia fino alle nebbie del Polesine.
Tra le profondità buie del deep web e la superficie dell’acqua della laguna, la serie scava negli abissi dell’animo umano unendo al mistero ed all’azione l’indagine psicologica. “Non mi lasciare” è una storia che ha al suo centro le emozioni, perché per combattere il più odioso dei crimini, quello contro bambini innocenti, c’è bisogno di amore, di cura, di fiducia.
A prendere il pubblico per mano in questa storia ricca di colpi di scena è Elena Zonin, una poliziotta che dietro l’ossessione per il suo lavoro nasconde un passato doloroso. Elena si ritroverà a dare la caccia ad una pericolosa rete di criminali che adesca bambini in condizioni svantaggiate e li vende all’asta sul web. In questo viaggio presto capirà che i suoi nemici sono molto più potenti di quello che credeva. E che per riuscire a portare un po’ di luce nell’oscurità, dovrà prima salvare se stessa.
Un’altra prova di grande maturità per Vittoria Puccini, dopo “Mentre ero via” e “La fuggitiva”; riteniamo si tratti del terzo ruolo consecutivo in cui la bellissima attrice fiorentina è protagonista assoluta e centrale (il che già rappresenta un qualcosa di raro per un’attrice e non un attore) interpretando ruoli che – soprattutto nel secondo ed in questo terzo caso – solo fino a pochi anni fa sarebbe stato impensabile riservare ad una donna, essendo erroneamente e storicamente appannaggio esclusivo degli uomini. Finalmente è stato colmato un gap imperdonabile ed ormai fuori del tempo. Non sappiamo dire quanti avrebbero immaginato che la giovanissima Vittoria Puccini di “Elisa di Rivombrosa” sarebbe diventata una meravigliosa protagonista di fiction di rilievo e da, lo ripetiamo, protagonista assoluta e centrale. Un altro fiore all’occhiello della carriera dell’intensa attrice.
Proprio su quanto appena scritto abbiamo posto la nostra domanda ad una sempre garbatissima Vittoria Puccini, che così ha risposto:
“Grazie per i complimenti. Sono sincera. Io ho avuto la fortuna in vent’anni ormai di carriera di interpretare, soprattutto in televisione, tante protagoniste, tante donne diverse e molto interessanti a livello psicologico, emotivo, umano. Secondo me la televisione, rispetto anche al cinema, ha sempre dato di più la possibilità alle donne di ricoprire un certo tipo di ruoli. Sicuramente oggi c’è una maggiore attenzione e speriamo che ci sia sempre di più in futuro, che sia qualcosa destinato a crescere sempre di più, perché in generale nel mondo del lavoro siamo ancora lontani da una parità di genere, alla quale è assolutamente necessario arrivare. In particolare, trovo che in questo caso la ‘rivoluzione’ sia sul tipo di personaggio di donna che viene raccontata, perché sempre di più si va nella direzione di raccontare non delle eroine a tutto tondo, ma viene raccontata la donna per come lo siamo tutte: con le nostre fragilità, le nostre insicurezze, le nostre paure, con gli errori che vengono commessi, andando anche a scavare nelle zone d’ombra, quelle che in passato facevano più paura, e trovo questa serie così moderna, così contemporanea, il mio personaggio, come quelli interpretati da Roia e da Felberbaum, assolutamente attuale, moderno, contemporaneo, in cui una donna in particolare può facilmente riconoscersi e riguardo ad Elena (nota: il personaggio interpretato da Vittoria Puccini, come già detto) sono le sue fragilità, i suoi dolori nascosti, quelli che mi hanno affascinato di più. Sicuramente il fatto che a capo di questa indagine ci sia una donna è un segnale importante, un vicequestore donna è un bel segnale, tanto più il fatto che sia una donna particolarmente in gamba e capace”.
Approfondiamo i personaggi principali della fiction.
Elena
Interpretata da Vittoria Puccini, rappresenta la parte conflittuale che sta in ognuno di noi. La sua vita oscilla tra il buon senso e l’istinto più profondo. In perenne equilibrio tra ciò che è giusto fare e ciò che può portare a casa il risultato, anche in modo non convenzionale. Le sue capacità di scandagliare l’animo umano sono talmente evolute da portarla a notare cose che sfuggono anche ad uno sguardo attento. Proprio per questo, durante gli interrogatori, durante le indagini, vede il non visto, sente il non detto, capisce il nascosto. Con la stessa genialità di uno Sherlock Holmes.
Daniele
Interpretato da Alessandro Roia, è l’ideologia, è la sicurezza delle proprie certezze, è un hombre vertical, un uomo tutto d’un pezzo. Ha una sensibilità fuori dal comune che lo porta ad empatizzare con il mondo circostante e con quello che vive. Ecco perché l’indagine sulla scomparsa del piccolo Gilberto e poi di Angelo, e tutto il mondo oscuro della rete che si riverbera su bambini innocenti, lo scuoteranno talmente in profondità da volergli far chiudere i giochi al più presto, utilizzando metodi non convenzionali, oltre la ragione ed il buon senso. Il ritorno di Elena, la sua ex ragazza, il suo grande amore adolescenziale, mette in discussione il suo mondo. E quello di Giulia.
Giulia
Interpretata da Sarah Felberbaum, è l’amore. Per la famiglia. Per la verità. Per la vita. Vive una vita semplice circondata dagli affetti, perché in fondo è quello che le serve per vivere bene, in serenità. Si è costruita un suo cantuccio, fatto dai suoi figli, da una bellissima casa, dagli amici, dalla piccola Stella, da Daniele. Il ritorno improvviso di Elena, la sua migliore amica ai tempi del liceo, l’amica con la quale ha condiviso le esperienze formative dell’adolescenza, sposta definitivamente il suo asse emotivo. Le certezze non sono più tali. Le sicurezze si annacquano nelle pieghe dell’indagine e nei moti dell’animo di Daniele. E qualcosa, in Elena, la colpisce e la spinge, da buona poliziotta, ad indagare su di lei. E quando indaga sa essere efficiente e risoluta.
Anche le ambientazioni della fiction meritano la nostra attenzione: Venezia (la location più presente, un’autentica co-protagonista), Polesine, Milano, Roma, sono veri e propri ‘personaggi’ che hanno cullato il racconto, avvolgendolo con le proprie, specifiche peculiarità, con la loro materia, con la loro carica di vita. Ognuna diversa.
Venezia, fatta di legno, ponti ed acqua. Di mondi misteriosi che si celano tra calli, palazzi e campi. Ma anche di luce che riverbera sull’acqua e negli occhi innamorati di chi la vive. Sicuramente è la vera regina di questa serie. Nell’approcciarsi a lei, il regista ci ha raccontato di aver tentato di andare oltre, di raccontare realtà nascoste che l’hanno sempre affascinato, ma che forse non hanno mai trovato lo spazio giusto per esprimersi. Ha tentato di disegnarla tutta, al meglio possibile, vivendo ogni sestiere e respirando la sua aria per oltre un mese, da solo, prima di girare la serie, perdendosi in essa. E perdendo in lei parte del suo cuore. Averla raccontata deserta e solitaria, durante il periodo di lockdown, è stato molto particolare, decisamente inusuale, di certo un grande onore ed una grande responsabilità. Un documento importante di un periodo che tutti speriamo che non torni mai più, ma che ha contribuito a donare al racconto un’ambientazione unica.
Il Polesine, un territorio selvaggio che nell’immutabilità ha creato la sua fortuna. Un luogo dove fauna e flora convivono armoniosamente nascondendo all’occhio il tocco umano. Anche quello più feroce, quello di un sequestro. Assistendo alle quattro serate, si comprenderà tutto al meglio.
Milano, tra vetro, acciaio e led. Il freddo che nasconde, nel suo incedere costante, nella sua capacità di essere metropoli, con le debolezze e le fragilità di chi si rifugia tra le sue braccia per sparire, fisicamente ed emotivamente.
Roma, con i suoi marmi, la sua straordinaria ed unica monumentalità, anche la sua brama di potere. Centro nevralgico della vita di Elena, dell’indagine, della storia narrata, anche se da lontano. Specchio nel quale si riflettono i dubbi, le angosce ed il passato dei personaggi della storia.
Non resta che invitare i telespettatori a sintonizzarsi su Rai1 nei lunedì 10, 17, 24 e 31 gennaio, ovviamente in prima serata, per un prodotto coraggioso, importante per la tematica trattata, ben scritto ed altrettanto molto ben interpretato, che avrà senz’altro un notevole riscontro nel prossimo futuro a livello internazionale.
Franco Baccarini
Agenzia di Stampa PressItalia
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