“LA SPOSA”, per la regia di Giacomo Campiotti, coproduzione Rai Fiction-Endemol Shine Italy, è il titolo della fiction in tre prime serate in onda su Rai1 a partire da domenica 16 gennaio, con una grande Serena Rossi protagonista.
Il cast artistico è composto da: Serena Rossi (Maria), Giorgio Marchesi (Italo), Maurizio Donadoni (Vittorio), Mario Sgueglia (Antonio), Antonio Nicolai (Paolino), Antonella Prisco (Nunzia), Matteo Valentini (Giuseppe), Giulia D’Aloia (Luisa), Gualtiero Burzi (Don Fabio), Mariella Lo Sardo (Filomena), Matilde Piana (Carmela), Saverio Malara (Zi’ Michele), Denis Fasolo (Giulio), Stefano Fregni (Pietro, maresciallo dei Carabinieri), Stefano Guerrieri (Bruno).
Per il cast tecnico, ricordiamo – come già citato – il regista Giacomo Campiotti, 64enne, di Varese, reduce dai successi di “Giuseppe Moscati”, “Bakhita – La santa africana”, “Preferisco il Paradiso”, “Maria di Nazaret”, “Braccialetti rossi”, “Ognuno è perfetto”, “Chiara Lubich – L’amore vince tutto”; poi, il soggetto e la sceneggiatura di Valia Santella, Eleonora Cimpanelli, Antonio Manca; quindi, i costumi di Marina Roberti, la scenografia di Sabrina Balestra, il montaggio di Roberto Missiroli e Marco Monardo, le musiche originali di Carmine Padula, la direzione della fotografia di Stefano Ricciotti, e Francesco Pincelli in qualità di produttore esecutivo, con Marta Aceto come produttore per la RAI. Il tutto, con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte.
“La Sposa” è una serie ambientata nel passato, ma che parla al presente. Affronta tematiche attualissime come l’emancipazione femminile, la parità di genere, il rispetto delle differenze socio-culturali. Un racconto moderno, che ha per protagonista una figura femminile coraggiosa e forte, un grande esempio di tenacia e di riscatto sociale.
Italia, fine degli anni ’60. Sono anni di grandi cambiamenti e di trasformazioni, dal costume alla politica. Ma in alcune zone del Paese sono ancora diffuse pratiche arcaiche come i matrimoni per procura, in cui giovani donne del Sud vengono date in spose a uomini del Nord, per lo più agricoltori. È questa la premessa che innesca il racconto de “La Sposa”, la nuova serie di Rai 1, che è un toccante racconto sulla crescita personale e familiare di una donna ed una struggente storia d’amore. Il soggetto di serie è di Valia Santella, che firma anche le sceneggiature insieme ad Eleonora Cimpanelli ed Antonio Manca.
Maria (Serena Rossi) è una giovane donna calabrese che, per salvare la famiglia dall’indigenza, decide di accettare il matrimonio per procura voluto dal rude agricoltore vicentino Vittorio Bassi (Maurizio Donadoni). La famiglia di Maria è fortemente indebitata con Zi’ Michele e sua moglie Carmela, che hanno combinato il matrimonio, ed accettarlo è l’unica soluzione per pagare il debito. La prima scelta di Zi’ Michele è Luisa (Giulia D’Aloia), sorella minore di Maria, ma la ragazza è già fidanzata, e Maria, per consentirle di vivere il suo vero amore, si offre di prendere il suo posto. Pur di aiutare la madre (Mariella Lo Sardo) ed i fratelli, Maria è disposta a tutto, anche a rinunciare alle sue radici ed al suo sogno romantico con Antonio (Mario Sgueglia), il primo amore, di cui però non ha notizie da tempo, dopo il suo trasferimento in Belgio per lavoro. Maria stila un accordo con Vittorio, con il quale l’uomo si impegna a saldare il debito, a pagare l’affitto, gli studi di suo fratello Giuseppe (Matteo Valentini) e ad organizzare anche il matrimonio della sorella. Giunta all’altare, però, Maria scopre che non sposerà Vittorio, ma suo nipote Italo (Giorgio Marchesi), che non ha mai visto. Arrivata al Nord, Maria deve fare subito i conti con una realtà totalmente ostile, dovuta al suo essere meridionale e donna, al duro lavoro nei campi, ma soprattutto al rifiuto di Italo, ancora troppo sconvolto dalla misteriosa scomparsa della prima moglie, Giorgia, di cui è ritenuto responsabile dai compaesani. Italo non vuole saperne di Maria; è stato lo zio Vittorio a fargli firmare le carte del matrimonio per procura con l’inganno, per assicurarsi una discendenza ‘sana’, come ripete sempre. In realtà, Italo ha già un figlio dal primo matrimonio, Paolino (Antonio Nicolai), un bambino molto intelligente che soffre, però, di crisi epilettiche e che, traumatizzato dalla scomparsa della madre, si è chiuso in se stesso, passa il suo tempo nella stalla con gli animali ed ha smesso di andare a scuola, dove pure aveva un ottimo profitto.
Nonostante questo contesto così difficile, Maria non si lascia andare. Anzi, resiliente e generosa, cerca un modo per migliorare la vita di tutti, rendere la casa dove vive più accogliente e le persone con cui abita migliori. Il rapporto con Paolino – e il desiderio di aiutarlo – è per lei un raggio di sole. Con spirito pratico e grande dolcezza, Maria costruisce per sé e per gli altri una vita vera, felice. La sua determinazione, la sua intelligenza ed il suo grande cuore, riusciranno a portare un cambiamento nelle vite di chi la circonda, rendendola artefice di una profonda trasformazione familiare e nelle relazioni con i contadini della tenuta Bassi.
A turbare questa rinascita arriverà Antonio, diventato nel frattempo un rampante imprenditore edile, che ha deciso di coinvolgere nella sua attività Giuseppe e che non sembra disposto a rinunciare a Maria.
A fare da sfondo alla storia dei protagonisti, il contrasto tra i valori e le dinamiche del mondo contadino e quelli, spesso controversi, dell’Italia più industrializzata, con le conseguenti infiammate lotte sociali di fine anni Sessanta: gli scioperi di braccianti ed operai, le rivendicazioni sindacali per condizioni di lavoro più eque, il sogno di un nuovo modello economico che concili tradizione e progresso.
Sinossi della prima serata (domenica 16 gennaio)
Calabria, fine anni ’60. Per pagare i suoi debiti, la famiglia Saggese deve accettare un matrimonio per procura. A sacrificarsi è Maria, che acconsente alle nozze con l’agricoltore vicentino Vittorio Bassi, rinunciando così alle sue radici e alla speranza di rincontrare il suo primo amore, Antonio, partito per il Belgio. Maria, però, scopre che suo marito non sarà Vittorio bensì suo nipote, Italo, che, quando lei arriva al Nord, la rifiuta, ancora troppo sconvolto dalla scomparsa nel nulla della moglie Giorgia. Le giornate di Maria trascorrono tra il duro lavoro nella campagna, l’ostilità delle altre braccianti, Vittorio che la tratta come una serva, il disprezzo di Italo e le voci che girano sul suo conto, secondo le quali avrebbe ucciso la moglie, rea di avere un amante. Unico raggio di sole, per Maria, il rapporto con Paolino, il figlio di Italo e Giorgia, un bimbo che soffre di crisi epilettiche e che dalla scomparsa della madre vive nella stalla con gli animali, senza nemmeno andare a scuola.
Maria riesce a conquistare la fiducia di Paolino e vuole che torni a scuola. Con l’aiuto di Carla, una sua amica bracciante con una forte coscienza politica, convince la maestra del paese a fargli sostenere l’esame per frequentare la terza elementare. Il lavoro di Maria procede tra il noccioleto e il mercato. Vittorio si rende conto delle grandi capacità della ragazza e inizia a darle incarichi sempre più importanti. Anche con Italo le cose sembrano andare meglio. Ma la faticosa routine al casale dei Bassi viene spezzata dal rinvenimento da parte di un cacciatore di un cadavere in fondo a una scarpata. È quello di Giorgia, la prima moglie di Italo, distrutto per aver perso ogni speranza di vederla tornare, ma al contempo condotto in caserma dai Carabinieri.
Dichiarazioni del regista, Giacomo Campiotti
“Ho accettato con piacere di dirigere La Sposa perché le tematiche ‘nascoste’ dietro al plot principale, ambientato negli anni ‘60, mi sono sembrate molto interessanti per gli evidenti rimandi al nostro presente. Il film è ambientato nella terra, e racconta il legame antico e imprescindibile che l’uomo ha con essa, fatto di gioie e fatiche, in un delicato equilibrio fondato sul rispetto. La nostra Maria capisce, e lotta per questo rispetto quando, in nome del progresso e del profitto, ha inizio l’avvelenamento della terra, di cui oggi paghiamo sempre più le terribili conseguenze. Maria sente quel cordone ombelicale profondo e sacro che ci lega con la Natura e per non tradirlo rinuncia ai facili guadagni che le vengono offerti. Ho cercato di raccontare al meglio questo mondo rurale che ho avuto la fortuna di conoscere. Ho chiesto aiuto ai miei attori. Insieme abbiamo faticato, sudato, lavorato in mezzo al fango e agli animali, sotto il sole o sotto la pioggia, e alla fine ritengo che abbiamo regalato a Maria, Vittorio, Italo, Antonio, una verità. Sono personaggi reali, molto fisici, ‘materici’ ma capaci anche di comunicare una forza simbolica, antica, archetipa: il Paron… la sposa… Mi piace molto la visione della donna che presenta la nostra serie. Maria inizialmente appare il carattere più debole, è l’agnello sacrificale predestinato in un mondo gretto e maschilista. Ma alla fine della storia, risulta lei essere la più forte! Ho lavorato con grande piacere e armonia con Serena per trasmettere questa forza. L’abbiamo raccontata scena dopo scena nel modo in cui Maria reagisce alle prove che la vita le mette di fronte. Una sorta di ‘accettazione attiva’; oggi si direbbe resilienza. La sua grande dignità, quasi regale, non è mai scalfitta dalla violenza e stupidità degli errori altrui a cui Maria non risponde mai con muro contro muro. Ma non ha nessuna intenzione di subire! Senza fretta, consapevole della sua forza femminile, passo dopo passo, scena dopo scena, dolce e tenace, Maria conquista tutti, prima Paolino poi i contadini, i paesani, le donne e anche Italo e Vittorio. E li migliora. Una strategia profonda e vincente, che ricorda i principi della ‘nonviolenza’ di Gandhi. Dicevo quanto sia stato facile lavorare con Serena, perché lei, dolce e forte, davvero assomiglia a Maria. Così come Maurizio Donadoni assomiglia a Vittorio e, in qualche modo, anche Giorgio Marchesi assomiglia a Italo. Nel senso che ho cercato di far ‘recitare’ il meno possibile i miei attori, guidandoli a trovare i loro punti di incontro naturali con i loro personaggi. È stato anche un piacere lavorare con Mario Sgueglia. Con lui abbiamo raccontato Antonio, l’antagonista, cercando di seguire la sua verità senza giudizio, stupendoci di quanto un sentimento d’amore sincero ma inconsapevole possa, in un secondo, trasformarsi in qualcosa di tremendo. Proprio come purtroppo accade oggi, ogni giorno. Voglio ringraziare la Rai ed Endemol Shine Italy per la fiducia e il sostegno in questa bella sfida che abbiamo fatto insieme e vorrei ricordare i miei grandi collaboratori del cast tecnico che hanno regalato a questo film molto di più che la loro pur grande professionalità.”
Questa è la dichiarazione del regista rilasciata alla stampa, essendo stato impossibilitato a partecipare, come previsto, alla conferenza per via della positività al covid. Erano, invece, presenti Francesco Nardella e Benedetta Galbiati, per RAI ed Endemol, oltre ai protagonisti, Serena Rossi e Giorgio Marchesi.
Concludendo, abbiamo trovato piacevolmente molto letterario questo prodotto, una sorta di grande romanzo popolare, nell’accezione più nobile del termine; anzi, troviamo che sia il caso di scomodare la definizione coniata dal grande Enrico Ghidetti, che per primo definì ‘romanzo sociale italiano’ quello che era il miglior ‘romanzo popolare italiano’. Ecco, proprio questo ci ha fatto venire in mente la visione della fiction, che mette in evidenza tre relazioni, tre dinamiche, sociali fondamentali: uomo/donna, nord/sud, civiltà contadina ed industrializzata, con al centro una forte (ed empatica al contempo) figura femminile, quella della protagonista intensamente interpretata da Serena Rossi, che in qualche modo riesce a ‘cucire’ molte delle differenze all’interno di queste dinamiche.
(Autore: Franco Baccarini – fonte Agenzia di Stampa Press Italia)