ORLANDO, FILM DI DANIELE VICARI

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Oggi, Fuori Concorso al Torino Film Festival e dal 1° dicembre in sala, distribuito da Europictures, ORLANDO, il nuovo film di Daniele Vicari.

Girato tra Bruxelles e l’Italia, ORLANDO ha come protagonista Michele Placido nel ruolo di Orlando e Angelica Kazankova in quello della piccola Lyse. Li affiancano, tra gli altri, Fabrizio Rongione, Federico Pacifici, Mpunga Denis e Christelle Cornil. Quella di Orlando è una favola moderna dove un vecchio e una bambina, divisi tra modernità e mondo rurale, tra il dover scegliere se partire o restare, si incontrano e mutano la traiettoria delle loro vite.

Il film è una co-produzione Italia-Belgio Rosamont con Rai Cinema e Tarantula Belgique, prodotto da Marica Stocchi e Joseph Rouschop. Scritto dallo stesso Daniele Vicari con Andrea Cedrola, ha la fotografia di Gherardo Gossi, la scenografia di Igor Gabriel e Beatrice Scarpato, i costumi di Francesca e Roberta Vecchi, il montaggio di Benni Atria, le musiche di Teho Teardo.

«Siamo immersi in un mondo che cambia così velocemente che ci sfugge. – dichiara il regista – A volte ci sfugge persino il senso stesso delle nostre esistenze. È così da sempre e oggi ancora di più. Per nostra fortuna ci sono persone che, restando fedeli a se stesse, ci fanno da bussola, ci aiutano a non perderci troppo. Orlando è dedicato a queste persone».

Sinossi

Orlando vive solo in un paese di montagna del centro Italia e non ha mai voluto emigrare, come invece hanno fatto in tanti, e come suo figlio che se ne è andato 20 anni fa a Bruxelles. Una telefonata dal Belgio lo avverte che il figlio ha bisogno d’aiuto e Orlando è costretto per la prima volta nella sua vita a partire. Quando arriva scopre di avere una nipote di 12 anni, Lyse. Orlando e Lyse, come il passato e il futuro, sono quanto di più lontano si possa immaginare, ma scopriranno inaspettatamente di avere bisogno l’uno dell’altro. Nonostante siano distanti come possono esserlo la vita rurale in un piccolo borgo dell’entroterra e quella metropolitana di una grande città europea, cercano di farcela, di cavarsela.

Lui è il simbolo di un passato che non passa e lei è la “generazione Greta Thunberg”, una nuova generazione di europei che dovrà costruire un mondo nuovo del quale si intravvedono i connotati ma nessuno sa davvero cosa possa essere.

(Franco Baccarini)

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