LA LUNGA NOTTE

Fiction su Rai 1 dal 29 al 31 gennaio

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Stamane si è tenuta in RAI la conferenza stampa di presentazione della serie tv LA LUNGA NOTTE, interpretata da Alessio Boni (presente nella storica Sala A di Viale Mazzini, nonostante stia recitando in teatro a Venezia), Duccio Camerini, Marco Foschi, Lucrezia Guidone, Ana Caterina Morariu, Flavio Parenti, Aurora Ruffino, Martina Stella, Luigi Diberti. Regia di Giacomo Campiotti. Soggetto e Sceneggiatura di Franco Bernini e Bernardo Pellegrini. Una coproduzione Rai Fiction – Èliseo Entertainment, prodotta da Luca Barbareschi, presente e disponibile come sempre in conferenza, insieme con il Direttore di Rai Fiction Maria Pia Ammirati, il regista e parte rilevante del cast.

La serie andrà in onda in prima serata su Rai 1 lunedì 29, martedì 30 e mercoledì 31 gennaio, quindi con l’inusuale formula delle tre serate consecutive.

Si narrano le tre settimane precedenti la notte tra il 24 e il 25 luglio 1943 in cui si svolse l’ultima riunione del Gran Consiglio, che segnò la fine del regime fascista. La serie ripercorre i fatti che condussero a quel momento cruciale, raccontando la Storia con la S maiuscola insieme alle storie di uomini e donne che agirono da protagonisti e misero in gioco il loro destino oltre a quello del Paese.

SINOSSI DI SERIE

La notte tra il 24 e il 25 luglio 1943 si svolse l’ultima riunione del Gran Consiglio, organo supremo presieduto da Benito Mussolini, che sancì la fine del regime fascista. Il 10 luglio le truppe angloamericane sbarcano in Sicilia, il 19 luglio gli aerei americani bombardano Roma. Hitler, scontento dell’alleanza con un’Italia incapace di fermare l’avanzata delle truppe nemiche, mortifica il Duce accusandolo di non saper punire i traditori, intendendo per traditori, anche il Re e l’esercito. In questo terremoto di incertezza, Dino Grandi, Presidente della Camera dei fasci, è l’uomo che intuisce che il baratro è vicino, che bisogna destituire Mussolini in maniera legittima, convocando il Gran Consiglio, per poi rimettere il Paese nelle mani della famiglia Reale, riallacciando i rapporti con l’Inghilterra e il Vaticano. Il Re Vittorio Emanuele III non prende una posizione e cerca di mantenere il potere, mentre la principessa Maria Josè trama con il Vaticano e gli Inglesi per rimuovere Mussolini allo scopo di liberare l’Italia dalla dittatura ma anche per vedere suo marito Umberto di Savoia, figlio del regnante, ascendere al trono. Edda Ciano, figlia di Mussolini, è combattuta tra l’amore intenso per il padre e quello per il marito Galeazzo desideroso di prenderne il posto. E poi ci sono le due donne del Duce, la moglie Rachele e l’amante Claretta Petacci, tutte e due preoccupate per l’esito tragico che comincia a profilarsi. Entrambe valide strateghe e consigliere, in questo frangente rimangono inascoltate. In questo passaggio d’epoca, paura e ambizione al potere sono le protagoniste. Agguati, pestaggi, omicidi, alleanze segrete, imboscate, tradimenti, inganni sembrano non risparmiare nessuno. E quando finalmente, la notte del 24 luglio, Mussolini convoca il Gran Consiglio a Palazzo Venezia, la trama segreta è ordita. Dino Grandi si reca all’incontro con due bombe a mano nelle tasche, pronto a tutto. È difficile reggere la sicumera di Mussolini che millanta forze armate e unità del Paese mentre gli altri gerarchi urlano ‘al traditore’. Ma Grandi non trema e porta avanti il suo piano. Quel che è accaduto è storia. “La Lunga Notte” narra le tre settimane che condussero a quel momento fatale.

DICHIARAZIONI DEL REGISTA, GIACOMO CAMPIOTTI

“Mi sono avvicinato a questo progetto in punta di piedi, forse perché di Dino Grandi avevo solo sbiaditi ricordi scolastici, o forse perché un film di puro argomento storico non mi appassionava. Ma poi – “fidandomi” della lettura storica degli sceneggiatori, da loro costruita insieme al team editoriale Rai ed Eliseo – mi sono unito al gruppo di lavoro cercando di dare sempre più spazio agli aspetti umani dei personaggi e alle relazioni tra di loro. Tutti i personaggi di questo film hanno evidentemente un preciso valore storico, frutto delle scelte e delle azioni – in gran parte scellerate – da loro compiute. Piuttosto che rappresentarli come icone di un saggio storico, ho provato ad indagare il punto di vista di ognuno di loro: le personalità, il carattere, le debolezze, i fantasmi del loro privato che sono l’altra faccia della medaglia. Mi sembra che via via, in questa serie, prenda forma un disegno interessante e forse originale, dove un potere corrotto è arrivato all’ultimo atto e dove i potenti – chiusi nei loro palazzi o nelle loro ville – si trovano alla fine annientati dai propri errori, gli stessi errori con cui hanno già schiacciato milioni di persone. Il male, prima o poi, colpisce anche chi lo fa. Dino Grandi è certamente coinvolto a molti livelli nelle responsabilità fasciste. Ad ogni modo, quando molto, troppo tardi, si rende conto che la situazione sta precipitando, decide di intervenire, sapendo di correre dei rischi, mettendo a repentaglio la propria vita. Ho lavorato con Alessio Boni alla costruzione del personaggio di Grandi considerandolo un eroe negativo. Non è simpatico, è egotico, maschilista ed evidentemente invischiato nelle peggiori storie del ventennio. Ma, dal momento in cui prova a mettere in minoranza Mussolini, non abbiamo temuto di raccontarlo con il carisma, il coraggio ed il piglio necessario di chi comunque mette in gioco la propria vita, anche se è mosso da motivazioni non tutte cristalline. E lo stesso senso di una ricerca tardiva di consapevolezza, di voglia di riscatto, di complessità psicologica e umana nell’appartenenza alla Casta, l’ho cercato in tutti i personaggi: da Galeazzo Ciano che con un guizzo di orgoglio ribalta la sua debolezza di dandy, per compiere una scelta che lo porterà ad una sicura morte a sua moglie Edda, la figlia del Duce frustrata nel rapporto col padre, a Claretta, l’amante di Benito, divisa tra avidità e passione, ai Principi, prigionieri nelle loro gabbie dorate e tenuti sotto scacco dal cinismo e dalla vigliaccheria del Re. Sono tutti personaggi colpevoli e responsabili, a cui non ho negato momenti di umanità lacerata. (…) Ho provato a dare una ‘forza epica’ a questa storia, attraverso la scelta delle inquadrature, della luce, dei costumi, delle scenografie, con il ritmo del montaggio, della musica, supportato dalla produzione e da un team di collaboratori, che hanno donato al film molto più della loro professionalità”.

Non resta che dare l’appuntamento su Rai 1 a partire da lunedì 29 gennaio, ringraziando l’Ufficio Stampa RAI.

(Franco Baccarini)

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