MAMELI – IL RAGAZZO CHE SOGNÒ L’ITALIA

Su Rai 1, lunedì 12 e martedì 13 febbraio 2024

Rai Fiction ha presentato stamane (dopo aver dedicato un opportuno omaggio a Sandra Milo, scomparsa poche ore prima) MAMELI – Il ragazzo che sognò l’Italia, regia di Luca Lucini ed Ago Panini, sceneggiatura di Antonio Antonelli e Michela Straniero. Con Riccardo De Rinaldis Santorelli (Goffredo Mameli), Amedeo Gullà (Nino Bixio), Neri Marcorè (Giorgio Mameli), Isabella Briganti (Adelaide Zoagli Mameli), Barbara Venturato (Geronima Ferretti), Lucia Mascino (Marchesa Luisa Ferretti), Luca Ward (Padre Sinaldi), Chiara Celotto (Adele Baroffio), Gianluca Zaccaria (Francesco Castiglione), Giovanni Crozza Signoris (Carlin Repetto). Una produzione Pepito Produzioni in collaborazione con Rai Fiction, con il sostegno del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo. Serie tv in onda in due serate in prima visione su Rai 1, lunedì 12 e martedì 13 febbraio 2024.

PRESENTAZIONE

Una miniserie evento per raccontare al grande pubblico una storia forse poco conosciuta quanto straordinaria: la vita di Goffredo Mameli, poeta ed eroe del Risorgimento, ispirato autore di quel canto che è diventato l’Inno nazionale della Repubblica Italiana. La prima rockstar della storia, che con le sue parole ha raccontato un’intera generazione influenzandone le scelte, è un ragazzo del 1847. La sua vita, breve e bruciante come quella delle rockstar più amate, è quella di chi con il suo esempio ha saputo smuovere gli animi del popolo. Con lui partono dalla sua città, Genova, trecento volontari verso Milano in supporto delle cinque giornate del ‘48. E sempre con lui salpano altri cinquecento patrioti alla difesa di Roma nel ‘49. In lui i giovani – e non solo – riconoscevano l’ardore puro di chi sa amare fino in fondo, come testimoniano le due storie d’amore che incorniciano la sua vita pubblica. La prima tragica, perché si tratta di un amore distrutto da un matrimonio di convenienza imposto; la seconda felice come può essere quella di chi combatte al fronte e, sapendo di poter morire da un momento all’altro, giura amore eterno. In mezzo c’è di tutto: dalla composizione dell’Inno alla grande manifestazione dell’Oregina, quando per la prima volta fu cantato l’Inno da più di trentamila patrioti, l’incontro e l’amicizia con un altro grande genovese, Nino Bixio, gli eventi storici, la prima Guerra d’ Indipendenza e la Repubblica Romana dove Goffredo è il pupillo di Giuseppe Garibaldi e di Giuseppe Mazzini.

La miniserie evento racconta due anni di passioni, amori, lotte, sotterfugi, composizioni poetiche, incontri e dibattiti politici, amicizie, tradimenti e spie, ma soprattutto di crescita umana, elaborazione di ferite profonde e interrogativi non solo politici ma esistenziali.

I PERSONAGGI

GOFFREDO MAMELI – Riccardo De Rinaldis Santorelli     

Spirito poetico e animo romantico, Goffredo Mameli è un giovane studente che proviene da una famiglia altoborghese e come i suoi genitori nutre un profondo amore per la libertà, la giustizia e la politica. L’incontro con Nino Bixio è la miccia che porta Goffredo a concentrare il suo ardore romantico sulla politica e ad entrare nel cuore vivo della rivoluzione (Prima Guerra d’Indipendenza), a cui dedicherà ogni sua energia fino alla prematura ed eroica morte. Leader per natura, Goffredo affronta la lotta per l’unità nazionale con audacia e passione, con talento e lealtà. Anche a costo di entrare in conflitto con le sue certezze o con la famiglia. Nei due anni che la miniserie racconta (1847-1849), vediamo un giovanissimo Goffredo diventare uomo, passare dallo studente che scrive poesie d’amore per la Marchesina Ferretti al patriota che compone l’Inno che sarà dell’Italia unita.

SINOSSI EPISODI

Primo episodio

Genova, 1847. Goffredo Mameli è un giovane diciannovenne quando a una festa da ballo conosce la Marchesina Geronima Ferretti. È un colpo di fulmine. Presto, infatti, i due scoprono di avere gli stessi sogni e ideali. E tuttavia la madre di Geronima, dalle idee ben diverse da quelle della figlia e manipolata dal gesuita Padre Sinaldi, ostacola l’unione tra i due. E così, il giovane Mameli all’inizio della nostra storia si trova ad affrontare la perdita dell’amata e dell’amore. Ma poi, inaspettato, arriva l’incontro con Nino Bixio, che introduce Goffredo nel gruppo dei giovanissimi rivoluzionari genovesi della società segreta “Entelema”. Insieme iniziano a organizzare manifestazioni e Goffredo, con il suo carisma e talento poetico, ne diventa involontariamente leader.

Secondo episodio

Grazie all’entusiasmo travolgente dei suoi nuovi amici dell’Entelema, Goffredo finalmente riesce a riprendere in mano la penna, componendo l’Inno che lo consacrerà alla Storia e che sarà l’anima stessa della grande manifestazione dell’Oregina, dove l’Inno sarà intonato da oltre trentamila persone, sulle note composte dal torinese Michele Novaro. Alla notizia dell’insurrezione di Milano contro gli Austriaci (marzo 1848), Goffredo e i suoi compagni decidono di passare all’azione concreta: partono per la Lombardia, imbracciando per la prima volta le armi e sperimentando in prima persona il conflitto bellico.

Terzo episodio

La Prima Guerra d’Indipendenza, con l’Armistizio di Salasco, è risultata una sconfitta. Goffredo e i suoi amici tornano dalla Lombardia delusi e cambiati per sempre dall’incontro con la morte. Nino però non perde l’entusiasmo e la fame di rivoluzione e cerca di coinvolgere Goffredo in una nuova spedizione. Ma Goffredo è tormentato dall’esperienza vissuta e turbato anche dall’incontro con Giuseppe Mazzini, che vorrebbe coinvolgerlo nel Circolo Italiano. Tra Nino e Goffredo sembra esserci per la prima volta una rottura, ma l’ennesima repressione del Governo genovese in cui perde la vita Francesco, carissimo amico di Goffredo, gli fa ritrovare la direzione verso cui rivolgere le proprie energie. E così, insieme ai suoi compagni, si imbarca con Garibaldi verso Roma: il Papa è fuggito e finalmente il potere è tornato al popolo.

Quarto episodio

Inizia l’avventura della Repubblica Romana, dove Goffredo è tra gli autori della Costituzione. All’Officina metallurgica conosce Adele Baroffio, la prima donna che riesce finalmente a sciogliere il ghiaccio nel suo cuore dopo la tragica perdita di Geronima. Insieme discutono di politica e lavorano agli articoli, e la passione non tarda a sbocciare. Poi lo sbarco dei francesi interrompe l’idillio della neonata Repubblica: è guerra. Goffredo è come sempre in prima linea, con l’inseparabile Nino, ed è tra le braccia di Adele che, nel luglio del 1849, muore nell’ospedale militare a causa di una ferita subita in battaglia, senza sapere di aver lasciato un’orma indelebile nella Storia dell’Italia per cui ha lottato.

NOTE DI REGIA (Luca Lucini e Ago Panini)

Un’idea semplice: raccontare attraverso la breve vita di Goffredo Mameli, gli anni fantastici tra il 1847 e il 1849, quegli anni che servirono (nonostante il loro sostanziale fallimento) da laboratorio politico, creativo, sociale, a preparare l’unità d’Italia, che avvenne dodici anni dopo, nel 1861.

E siccome Goffredo e i suoi amici Nino Bixio, Gerolamo Boccardo, Stefano Castagnola sono ragazzi, tra i diciotto e i ventidue anni, abbiamo deciso di raccontarli come tali. Come sarebbero oggi, dimenticandoci l’iconografia classica degli eroi del Risorgimento, facendoli scendere dai piedistalli, dalle targhe delle vie, dai nomi delle scuole, per raccontarli vivi, pieni di dubbi, di energia, di voglia di vivere, come lo sono i loro coetanei odierni. Come i ragazzi di oggi, hanno rapporti burrascosi tra loro, si oppongono al potere ufficiale, si oppongono all’autorità costituita. E cercano una loro via, fatta di parole e canzoni, di “scherzi” e “flashmob”, di iniziative provocatorie e interventi sul campo. Gli adulti attorno, la famiglia di Goffredo, vivono con speranza di cambiamento e apprensione per il proprio figlio le gesta, e il successo che ad un certo momento lo coglie. Infine, poiché come tutti i giovani di quell’età anche Goffredo ha bisogno di amore, di innamorarsi, di sognare, di fremere per una donna e di sognare un legame per sempre, non poteva mancare nel nostro racconto la sua anima romantica. Con Goffredo non abbiamo messo in scena un personaggio compiuto: abbiamo deciso di raccontare un giovane in divenire. Lo abbiamo immaginato non come un “poeta”, che è un abito difficile da indossare, ma come un giovane che scrive rime, come potrebbe essere un suo contemporaneo che si diverte a sperimentare con le parole. Un giovane borghese, quasi nobile, appassionato di parole, che grazie all’incontro con anime a lui affini, Nino Bixio in primis, si trova naturalmente ad unire le sue due passioni: le parole e la politica. Fino a dare vita, grazie alla musica di Michele Novaro, al Canto degli Italiani, oggi nostro Inno nazionale. Un Canto che riassume in sé tutti i motivi per cui è necessario ribellarsi, sollevarsi, e unirsi. Oltre alla celeberrima prima strofa (quella dell’elmo di Scipio), Goffredo ne scrive altre quattro piene di speranza e di ragione (“da sempre noi siamo calpesti e derisi, perché non siam popolo, perché siam divisi”), semplici, per essere capite da tutti. E così il Canto degli Italiani, prima ancora di diventare Inno d’Italia, diventa un successo popolare: viaggia da Nord a Sud, unisce lingue e dialetti, infiamma i cuori, e spinge all’azione un paese, che ancora Paese non era: diventa “virale” – come si direbbe oggi- rapidissimamente, con un passaparola, un testo ricopiato su un foglietto, precedendo, e poi sopravvivendo, alla figura umana di Goffredo Mameli. Il successo di Goffredo, il suo essere “rockstar” quasi senza volerlo, i suoi versi che viaggiano più veloci di lui, che si spargono di bocca in bocca, sono il contrappunto essenziale al suo carattere ardente, sempre alla ricerca del gesto, dell’azione, dell’amore. Goffredo si trova ad essere simbolo, icona da imitare già in vita, eroe suo malgrado.

In definitiva questa serie è prima di ogni cosa una storia di ragazzi, una “via Pàl” genovese, rapida, piena di vita e di energia, per la quale abbiamo scelto un’immagine inedita del Risorgimento. Studiando i quadri dell’epoca abbiamo scoperto il gusto del colore, anche eccessivo, abbiamo scoperto che i giovani (osservando i primissimi dagherrotipi che iniziavano a catturare i volti delle persone con un’“istantanea”) avevano i capelli lunghi, gli orecchini. Abbiamo scoperto che il Risorgimento non è forzatamente rigido, scuro, e soprattutto … noioso. Abbiamo lavorato quindi sempre molto vicini ai ragazzi, con la macchina a mano, per ascoltare le loro voci, quasi non fossero quelle di personaggi storici, ma di qualcuno le cui idee sono senza tempo. Abbiamo privilegiato scenografie vere, sfruttando il sempre incredibile patrimonio italiano. In particolar modo abbiamo avuto accesso a zone e palazzi di Genova incredibili, perfette scenografie naturali per raccontare la passione di Goffredo e dei suoi. Abbiamo cercato di dimenticare l’importanza storica a posteriori dei nostri protagonisti, per concentrarci sul loro divenire. Proprio come un gruppo di ragazzi contemporanei, le cui voci si fondono, le cui passioni si influenzano l’una con l’altra, il gruppo di Goffredo si ritrova catapultato in una realtà sempre più grande, si ritrova a sfiorare un sogno (quello dell’Italia libera e repubblicana) in una corsa a tutta velocità, dove amore, passione politica, voglia di vivere, ma anche paura, guerra e inevitabilmente sofferenza, convivono, si mischiano, trovano nuova linfa. Così i “grandi” che incontrano, da Mazzini a Garibaldi, da Armellini e Saffi e Ciceruacchio, sono i loro idoli, ma sono umani anch’essi (abbiamo in scena un inedito Mazzini “chansonnier”, scoperto durante una visita al museo a lui dedicato a Genova), affascinati dall’energia dei giovani, incapaci di contenerla, e bisognosi di sfruttarla per rendere la rivoluzione contagiosa.

Raccontare questa storia agli italiani di tutte le generazioni è stata una “missione” emozionante e piena di significato ed orgoglio. Dopo questa esperienza, ascoltare l’Inno Nazionale Italiano per noi non è più la stessa cosa, e vorremmo che fosse così per tutti quelli che incontreranno questa serie.

Appuntamento in prima serata su Rai 1, lunedì 12 e martedì 13 febbraio 2024.

(Franco Baccarini)

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