Il cinema italiano non rientra nel concorso ufficiale del Festival del Cinema di Cannes da due anni consecutivi. Ciò nonostante, una soddisfazione non di poco conto in questa edizione 2017 è arrivata dal premio alla ‘Migliore Attrice della sezione Un Certain Regard’ (sezione collaterale ideata nel 1998, che quest’anno ha visto trionfare un film iraniano) assegnato a Jasmine Trinca, per il film “Fortunata” di Sergio Castellitto.
Per la 36enne attrice romana si tratta dell’ennesimo riconoscimento in una carriera relativamente ‘giovane’, ma già assai ricca di premi: tre Nastri d’argento, due Globi d’oro, un Ciak d’Oro, il ‘Premio Marcello Mastroianni’ alla Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia e sei candidature ai David di Donatello, che non sono un premio (anzi, è proprio l’unico riconoscimento assente nella vasta bacheca della Trinca, e che sarebbe ora le venisse assegnato, magari proprio per questa interpretazione) ma che confermano la straordinaria stima che il mondo del cinema ripone in questa affascinante e talentuosa attrice, scoperta giovanissima da Nanni Moretti.
Sul palco di Cannes, a ricevere il premio, insieme con l’attrice c’erano il regista, la sceneggiatrice Margaret Mazzantini (scrittrice di grande successo e moglie di Castellitto) ed i produttori della Indigo Film.
In “Fortunata”, accanto a Jasmine Trinca, ci sono Stefano Accorsi, Alessandro Borghi, Edoardo Pesce, Hanna Schygulla. Uscito nelle sale italiane il 20 maggio scorso, sin qui con scarsi risultati, distribuito da Universal Pictures, siamo certi che il film avrà il riscontro che merita, grazie alla pubblicità derivante da questo premio a Cannes.
Il film narra la storia di Fortunata (Jasmine Trinca), una madre con un matrimonio fallito alle spalle e con una bambina di otto anni. Fortunata ha una vita assai complicata e sempre in affanno. Fa la parrucchiera a domicilio, non tanto nella povera periferia in cui vive, quanto nelle case delle persone più abbienti, in ogni angolo della città, che si rivolgono a lei, tanto capace nel suo lavoro precario ed irregolare, e con il perenne sogno di aprire un negozio di parrucchiera tutto suo, il che non rappresenterebbe soltanto una meritata soddisfazione, ma anche la realizzazione personale, l’indipendenza economica ed una sorta di diritto tardivo alla felicità. Fortunata sa che per arrivare fino in fondo ai propri sogni bisogna essere fermi: ha pensato a tutto, è pronta a tutto, ma non ha considerato la variabile dell’amore, l’unica forza capace di sovvertire tutto e di far perdere ogni certezza. Anche perché, forse per la prima volta, qualcuno la guarda per la donna che lei è veramente e la ama altrettanto veramente.
Si sa, ‘Nemo propheta in patria’, tanto che facendo una carrellata delle (molto eterogenee) principali recensioni uscite nei giorni scorsi sui giornali italiani, troviamo la stroncatura sciatta e distratta di Massimo Bertarelli per “Il Giornale” e la ben più condivisibile ed approfondita recensione di Alessandra Levantesi per “La Stampa”: “In qualche modo Fortunata – la protagonista del film di Sergio Castellitto, da ieri nei cinema italiani – somiglia alla vibratile Italia incarnata da Penelope Cruz di «Non ti muovere»; e del resto entrambe escono dalla penna di Margaret Mazzantini, scrittrice attratta da queste figure di donne ai margini, vulnerate dalla violenza e dal dolore, eppure sempre appassionate, generose, vitali”.
Auguriamo ogni bene alla ‘seconda vita’ di questo film. La prima, durata pochi giorni, dall’uscita nella sola Italia fino a questo premio alla Croisette, ha segnato solo poco meno di mezzo milione di euro di incassi e recensioni di ogni tipo, anche una totalmente sballata, come visto. Da questo premio in poi, la nuova vita del film lo porterà in molte nazioni del mondo, come sempre avviene quando ci si mette in luce a Cannes, e (ri)accenderà la curiosità del pubblico italiano verso la pellicola di Castellitto.
(F.B.)