FRANCO BACCARINI – I DAVID DI DONATELLO

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ROMA – In un’affollata ‘Sala A’ della sede RAI di Viale Mazzini a Roma, nella tarda mattinata di oggi si è tenuta la conferenza stampa per l’annuncio delle candidature della 62ma edizione dei Premi David di Donatello, che quest’anno torneranno in diretta su RaiUno, in prima serata, mercoledì 21 marzo, per la conduzione di Carlo Conti, oggi presente alla conferenza insieme con Piera Detassis – Presidente e Direttore Artistico Fondazione David di Donatello, Giuliano Montaldo – Presidente Onorario Fondazione David di Donatello, Angelo Teodoli – Direttore Rai1, Cecilia Valmarana – Responsabile Rai Movie. Ma al di là del dimostrato impegno e rinnovato interesse da parte della RAI verso quelli che sono un po’ gli Oscar cinematografici italiani (prestigiosi quasi come i britannici BAFTA ed i francesi César), ci interessano maggiormente le candidature alla cerimonia di premiazione del 21 marzo, che sono state comunicate durante la conferenza di stamane.

C’era molta curiosità sulle nominations di oggi, perché il livello del cinema italiano in questa stagione è molto livellato, seppure verso il basso. Non ci sono stati titoli che sono riusciti a spiccare sugli altri. Nessun film italiano presente a Cannes, troppi – invece – presenti a Venezia, ma sono usciti tutti a mani vuote e tra le stroncature nette della critica internazionale. Solo Guadagnino si è fatto strada, ma per conto proprio, vale a dire, al di fuori del cinema italiano, riuscendo a spiccare tra le nominations agli Oscar, ma non come ‘miglior film straniero’ (l’Italia non l’ha proprio considerato Guadagnino, anche perché nella produzione non c’è praticamente nulla o quasi di italiano), bensì in varie categorie, tutte molto importanti, ‘in lingua inglese’, quindi contro i kolossal del cinema targato ‘made in USA’.

Ciò premesso, in queste candidature odierne ai David che verranno assegnati tra cinque settimane, la parte del leone l’ha fatta “Ammore e malavita” dei Manetti Bros. con 15 candidature; poi, “Napoli Velata” di Ferzan Ozpetek con 11 (ma non quella per il ‘miglior film’!); quindi, con 8 candidature, “Nico, 1988” di Susanna Nicchiarelli, “La tenerezza” di Gianni Amelio e “The Place” di Paolo Genovese (anch’esso non in corsa come ‘miglior film’). Infine, “A ciambra” di Jonas Caprignano e “Gatta Cenerentola”, film d’animazione diretto da Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone”, a quota 7.

Le categorie dei David di Donatello sono in totale 23. Vediamo nel dettaglio, ovviamente, soltanto le principali.

Miglior film: “A Ciambra” di Jonas Carpignano, “Ammore e malavita” dei Manetti Brothers, “Gatta Cenerentola” di Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri, Dario Sansone, “La tenerezza” di Gianni Amelio, “Nico, 1988” di Susanna Nicchiarelli.

Migliore regia: oltre a Carpignano, Amelio e i Manetti Bros., così come nella categoria dedicata al miglior film, sono candidati anche Paolo Genovese per “The Place” e Ferzan Ozpetek per “Napoli velata”, entrambi piuttosto clamorosamente esclusi dalla categoria ‘miglior film’, dove con non poca sorpresa abbiamo trovato “Gatta Cenerentola” (e già nella categoria ‘migliore regia’ non troviamo i suoi quattro autori).

Migliore regista esordiente: in questa categoria troviamo Cosimo Gomez, Roberto De Paolis, Andrea Magnani, Andrea De Sica e Donato Carrisi.

Migliore sceneggiatura originale: qui ritroviamo Carpignano, i Manetti Bros. e la Nicchiarelli, insieme con il giovane, appena sopra citato, Donato Carrisi per “La ragazza nella nebbia” e Francesco Bruni per “Tutto quello che vuoi”.

Migliore sceneggiatura non originale: troviamo, all’interno della cinquina, Gianni Amelio per “La tenerezza” e i fratelli Taviani, ignorati nelle altre più importanti categorie, per “Una questione privata”.

Migliore attrice protagonista: concorrono Paola Cortellesi per “Come un gatto in tangenziale”, Jasmine Trinca per “Fortunata”, Valeria Golino per “Il colore nascosto delle cose”, Giovanna Mezzogiorno per “Napoli velata”, Isabella Ragonese per “Sole, cuore, amore”. E’ assai curioso che si tratti di film esclusi dalle categorie principali dei premi. Ciò conferma la nostra chiara impressione di un livello di sostanziale equiparazione tra i film, ma con livellamento verso il basso.

Migliore attore protagonista: Antonio Albanese per “Come un gatto in tangenziale”, Nicola Nocella per “Easy – Un viaggio facile facile”, Renato Carpentieri per “La tenerezza” (e speriamo che sia lui ad aggiudicarsi la statuetta il 21 marzo), Alessandro Borghi per “Napoli velata”, Valerio Mastandrea per “The Place”. Anche questa categoria conferma che le scelte sono piovute un po’ qua e un po’ là, spalmando le candidature tra moltissimi film, in assenza di pochi film di assoluto rilievo che si evidenziano dal mucchio.

Migliore attrice non protagonista: solo una rapida menzione delle attrici in corsa, che sono Claudia Gerini, Sonia Bergamasco, Micaela Ramazzotti, Anna Bonaiuto, Giulia Lazzarini.

Migliore attore non protagonista: Carlo Buccirosso, Alessandro Borghi (in questo caso per il film “Fortunata”. Un anno decisamente roseo per Borghi, candidato sia come ‘miglior attore protagonista’, sia come ‘non protagonista’), Elio Germano, Peppe Barra, Giuliano Montaldo.

Come detto, la notizia saliente è che appaia chiaramente l’assenza di un film che riesca a spiccare su tutti, avendo ricevuto un chiaro riconoscimento di critica e pubblico durante la stagione, come – invece – è avvenuto, andando a ritroso, nel 2016 con “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese, nel 2014 con “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, nel 2012 con “Cesare deve morire” di Paolo e Vittorio Taviani, solo per fare pochi recenti esempi. Piuttosto, questa del 2018 sembra essere un’edizione simile a quella del 2015, in cui nessun film italiano spiccò tra gli altri, e i David vennero spartiti tra pellicole di livello sufficiente, come “Anime nere” di Francesco Munzi, “Hungry Hearts” di Saverio Costanzo, “Torneranno i prati” di Ermanno Olmi, citando i migliori, ben poco ricordati dal pubblico già a soli tre anni di distanza, e che nulla di minimo rilievo hanno ottenuto all’estero.

Ne abbiamo già parlato qui su Press Italia circa 10 mesi fa, le nostre preferenze vanno a “La tenerezza” di Gianni Amelio, ma bisognerà vedere quanto questo film pagherà il fatto che i David verranno assegnati circa 11 mesi dopo l’uscita nei cinema, quindi nella scorsa stagione cinematografica. Restiamo sempre dell’opinione che i David andrebbero assegnati a fine maggio e non a fine marzo, troppo presto per tirare le conclusioni sulla stagione del cinema italiano.

Non resta che attendere l’esito dell’assegnazione delle statuette nella serata del 21 marzo, con una ritrovata ‘prima serata’ su RaiUno.

(Franco Baccarini per Press Italia – Diritti riservati Agenzia Press Italia)

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