FERNANDA – Film tv sulla storia di Fernanda Wittgens

Rai Fiction presenta FERNANDA, regia di Maurizio Zaccaro, con Matilde Gioli (Fernanda Wittgens), Eduardo Valdarnini (Giovanni), Maurizio Marchetti (Ettore Modigliani), Valeria Cavalli (Margherita Wittgens), Francesca Beggio (Adele) e Lavinia Guglielman (Zina). Film tv in prima visione su Rai 1 martedì 31 gennaio 2023, coprodotto da Rai Fiction e Red Film.

            Da un soggetto dello stesso regista, Zaccaro, “Fernanda” è sceneggiato da Dario Carraturo e Guglielmo Finazzer con la collaborazione di Maurizio Zaccaro. Fotografia di Fabio Olmi; costumi di Laura Costantini; scenografia firmata da Luca Gobbi; montaggio di Alessandra Clemente; musiche originali composte da Paolo Vivaldi.

            PRESENTAZIONE

            Esistono fra le pieghe della Storia eventi ‘minuti’ (si fa per dire), che – però – per il loro impatto emotivo, per il loro coraggio ed esemplarità, sono capaci di suscitare ancora grandi emozioni, sfidando il tempo che pure è passato tra quelli e l’oggi.

            È il caso di questa vicenda, dal sapore lombardo e dalla risonanza mondiale, la storia di Fernanda Wittgens, primadirettrice della Pinacoteca di Brera e tra le prime donne in Europa a ricoprire un ruolo così prestigioso.

            Una donna dai tanti meriti a cui dobbiamo, inoltre, la sopravvivenza dei capolavori ospitati nella galleria milanese, del Cenacolo Vinciano e la salvezza di numerosissimi ebrei e perseguitati dal regime nazifascista.

            La storia di Fernanda Wittgens non è solamente la storia di una donna diversa ed osteggiata dal clima sociale e politico dell’epoca, ma anche quello di una donna che ha dovuto prendere decisioni coraggiose e rischiose trasformandosi, suo malgrado, in eroina. Durante gli anni della guerra Fernanda Wittgens si è prodigata ininterrottamente per aiutare amici, familiari e persone di origine ebraica a trovare un rifugio oltre confine in modo da sfuggire alle persecuzioni razziali. Sarebbe troppo bello essere intellettuali in tempi pacifici, e diventare codardi, o anche semplicemente neutri, quando c’è un pericolo, scrive la stessa Fernanda in una lettera alla madre, rivelando la parte più etica e autentica di sé, come i tanti che nell’Italia oppressa da una guerra devastante, non smisero di avvertire il dovere di partecipare alla Storia forzandone il corso che pareva consegnare la civiltà alla barbarie.

            FernandaWittgens decise, rischiando la sua stessa vita, di salvare i capolavorissimi, come lei li chiamava, ossia quei dipinti che al di là della esperienza estetica custodivano la forza delle radici culturali di un paese.

            Questo film per la televisione, attraverso la vita esemplare di Fernanda, offre ancora una volta l’occasione di raccontare la Resistenza, il coraggio dell’impegno civile, il difficile cammino dell’affermazione femminile e di come l’arte e la bellezza parlino al cuore delle persone e custodiscano un valore salvifico, in un capitolo della nostra memoria collettiva ancora inedito.

            LA STORIA

            Fernanda Wittgens è stata la prima direttrice della Pinacoteca di Brera e tra le prime donne in Italia ed in Europa a ricoprire un ruolo così prestigioso. Fin da bambina trascorreva le domeniche visitando i musei nella Milano di inizio Novecento in compagnia del padre Adolfo. Il coronamento del suo sogno è reso possibile dall’incontro nel 1928 con Ettore Modigliani, storico direttore della Pinacoteca di Brera. Un incontro che cambia la vita di Fernanda, assunta come ‘operaia avventizia’. La giovane donna dimostra di saper e voler fare molto di più di quel che le spetterebbe e quando Ettore Modigliani viene sollevato da ogni incarico in quanto antifascista, lei prende il suo posto, diventando la prima donna a ricoprire un ruolo così importante nella Pinacoteca.

            Pochi anni dopo l’Italia entra in guerra e salvaguardare le opere della galleria dai bombardamenti diventa un imperativo: nel giugno del 1940, Fernanda partecipa al primo trasferimento di alcune delle opere ospitate in Pinacoteca. E non solo le opere troveranno una via di fuga:Fernanda si impegna in qualcosa di ancora più rischioso. All’oscuro anche della sua famiglia, contribuisce a far espatriare in Svizzera centinaia di ebrei destinati al campo di concentramento. Ma è proprio da un giovane collaborazionista che viene tradita ed arrestata insieme alle sue amiche e collaboratrici. Fernanda viene condannata a quattro anni di carcere, poi ridotto ad uno, ma la guerra è fortunatamente agli sgoccioli.

            DICHIARAZIONE DEL REGISTA

            Esistono, fra le pieghe della nostra storia, eventi nascosti che per il loro straordinario impatto umano muovono ancora grandi emozioni. Per questo, il primo fra i motivi che deve rendere credibile non solo l’interpretazione della nostra protagonista ma anche quella di tutti i personaggi che man mano interagiscono con lei non è solo la ricchezza di informazioni e aneddoti, ma soprattutto l’autenticità della messa in scena sostenuta anche da pregevoli immagini di repertorio per raccontare la nostra memoria altrimenti stinta dal tempo, sfocata. Fernanda assume così un significato universale, svelando il disegno a cui la protagonista è stata predestinata: salvare non solo gli inestimabili tesori d’arte custoditi nella Pinacoteca di Brera di Milano ma anche la vita di tanti ebrei, perseguitati dai fascisti e dai nazisti dopo le famigerate leggi razziali del 1938, macchia indelebile del nostro Paese. Per fare un film su FernandaWittgens, però, non bastano le informazioni, anche se dettagliate che abbiamo sulla sua vita, soprattutto negli anni più bui della Pinacoteca minacciata dai bombardamenti, occorre soprattutto adattare con originalità e con un pizzico di immaginazione tutta la vicenda. Ed è per questo che oggi, in un’epoca altrettanto buia e drammatica come quella che stiamo vivendo, abbiamo voluto riportare fra noi Fernanda. Perché è proprio del suo esempio che l’umanità ha oggi un estremo bisogno. E lo facciamo con il pensiero rivolto ad un altro grande artista milanese, Giorgio Strehler, quando il giorno dopo la strage di Piazza Fontana disse agli attori del Piccolo Teatro: “Che cosa possiamo fare noi gente di teatro? Alla mortificazione di non poter opporre, in momenti simili, un qualsiasi gesto utile, di fronte alla dolorosa impotenza del teatro, o più ampiamente dell’arte, di fronte alla violenza e alla follia, l’artista può solo sforzarsi di continuare a fare bene il proprio lavoro”. Fernanda è quindi una storia che ha richiesto d’essere narrata con il dovuto rispetto, perché oltre alla vicenda personale di questa coraggiosa donna milanese, il film ora realizzato può diventare anche una splendida occasione per raccontare Arte e Bellezza come uniche armi possibili contro guerre insensate, orribili stragi e devastazioni. “L’arte è una della più alte forme di difesa dell’umano”, diceva Fernanda Wittgens.

[Maurizio Zaccaro]

            CONCLUSIONI

            Oggi si è tenuta in RAI la conferenza stampa di questo film per la tv (non si tratta di una fiction, quindi è un film in serata unica), alla presenza della Gioli, del regista, della Ammirati (seppure stavolta non al tavolo ma in prima fila) e di altre figure legate a questo meritorio lavoro, la cui visione è consigliata (speriamo non venga visto soltanto dal pubblico più colto e vivace intellettivamente, anche se lo temiamo) per la prima serata di Rai 1, martedì 31 gennaio. Ottimi sia il cast artistico che quello tecnico. Piace sottolineare il valore della difficile interpretazione da protagonista assoluta (per la prima volta, dopo numerosi successi da co-protagonista e l’enorme visibilità ottenuta e meritata con le due stagioni di “Doc – Nelle tue mani”) di Matilde Gioli, che supera molto brillantemente questo esame di piena maturità.

(Franco Baccarini)

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