MAY DECEMBER

Dal 21 marzo nei cinema italiani. Protagoniste le due attrici Premio Oscar Natalie Portman e Julianne Moore

Il film interpretato da Natalie Portman (Elizabeth Berry), Julianne Moore (Gracie Atherton-Yoo) e Charles Melton (Joe Yoo), diretto da Todd Haynes, ha partecipato in concorso al Festival di Cannes nel maggio scorso, e nelle prossime ore correrà per l’Oscar alla Migliore Sceneggiatura Originale, firmata da Samy Burch.

La storia del film vede una famosa attrice intenzionata a realizzare un film sulla storia vera di una coppia, la cui relazione clandestina aveva infiammato la stampa scandalistica e sconvolto gli Stati Uniti vent’anni prima, per via dell’enorme differenza d’età tra una donna 36enne e il giovanissimo ragazzo 13enne (peraltro, storia molto liberamente ispirata ad un fatto veramente accaduto nel 1997 e conclusosi con il matrimonio tra i due, autenticamente innamorati). Per prepararsi al suo nuovo ruolo, l’attrice entrerà nella loro vita, vivendo con loro, rischiando di metterla in crisi.

Cinema d’autore nella miglior tradizione delle distribuzioni in Italia della Lucky Red, il film è complesso ben oltre la sinossi appena presentata, ed è adatto ad un pubblico colto e di cinefili raffinati, ma senza per ciò escludere fasce di pubblico, per così dire, intermedie, che potranno apprezzare senz’altro l’originalissima pellicola, apprezzando le ulteriori grandi prove attoriali della Portman e della Moore, che danno all’ottimo script un qualcosa in più di altissimo livello.

Estrapoliamo solo una breve parte delle dichiarazioni del regista, Todd Haynes: “May December esplora uno dei grandi talenti della specie umana: il nostro colossale rifiuto di guardare noi stessi. Attraverso la premessa narrativa di realizzare un film incentrato su una famiglia americana inconsueta, nata da uno scandalo pubblico diventato un evento mediatico nazionale, un’attrice scende a Savannah, in Georgia, per studiare dal vivo la donna che interpreterà lei e le vite dei suoi familiari. È attraverso questo delicato processo di esplorazione, che fa da cornice a questa storia strana e inquietante, che veniamo a conoscenza del passato di questa matriarca al centro dello scandalo e del suo giovane marito, un coreano-americano, con il quale la donna aveva iniziato una relazione quando lui era appena tredicenne. Tutte le vite, tutte le famiglie, sono il risultato di scelte e rivisitarle, sondarle, è un’impresa rischiosa. Ma è difficile pensare a scelte sentimentali più volatili di queste, specialmente quando si è ricorsi a tali scelte per respingere il disprezzo e il giudizio unanime del mondo. La rigida stasi che Elizabeth, l’attrice, comincia a penetrare è il risultato di due decenni di ostinata tenacia, in questo senso, da parte di Gracie e di Joe Atherton-Yoo, che vivono oramai gli ultimi giorni che precedono la cerimonia di diploma dei loro due figli ancora rimasti in casa. (…) La straordinaria sceneggiatura del film e le sue tre interpretazioni principali, arricchite dalle performance di tutti gli altri attori, nonché tutta la bellezza e le sfumature fornite dal resto del cast tecnico, hanno ripristinato ciò che credo sia ancora possibile nel cinema: trovare l’identificazione nei luoghi meno probabili, lasciarsi coinvolgere e sorprendere da una storia e dai suoi personaggi senza mai sentirsi del tutto a proprio agio con coloro che pensiamo possano avere ragione o torto”.

La magia di questo film, che tocca un argomento sul quale sarebbero pericolosamente scivolati in molti, è che non è definibile e incastonabile in un preciso genere cinematografico. Sì, senz’altro prevale il vasto genere “drammatico”, ma in piccola parte ci sono anche l’aspetto migliore del genere “sentimentale”, perché no del “thriller”, “psicologia”, e tutti questi ingredienti sapientemente uniti da un ottimo script, da una mano sicura alla regia (il ritorno di Haynes al film di finzione dopo un documentario), da due protagoniste che non deludono mai, men che meno in questo film, rendono il film imperdibile, dal prossimo 21 marzo.

(Franco Baccarini – Agenzia di Stampa Press Italia)

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