Torna mercoledì 5 aprile, con quattro prime serate su Rai 2, la serie cult con Marco Giallini
Finalmente ci siamo! Lo attendevamo dall’estate scorsa, quando la serie veniva data per certa su Rai 1, dopo le prime quattro stagioni su Rai 2, ma si vede che è ancora troppo politicamente scorretta (e meno male!) per questo passaggio, non dimenticando che questa serie fu oggetto addirittura di una interrogazione parlamentare nel 2016, per via dei comportamenti del protagonista.
Marco Giallini protagonista assoluto, autentico comico e one-man-show, della conferenza stampa alla quale abbiamo partecipato nella tarda mattinata di venerdì 31, per questa co-produzione Rai Fiction, Cross Productions e Beta, tratta dai romanzi e dai racconti brevi di Antonio Manzini (anch’egli presente in conferenza, come il regista e la Presidente RAI Marinella Soldi) editi in Italia da Sellerio, per la regia di Simone Spada e con le sceneggiature firmate dallo stesso Manzini con Maurizio Careddu. Come detto, quattro attesissime prime serate (ore 21.15 circa) su Rai 2 dal 5 aprile.
Senza spoilerare alcunché, nel primo episodio vedremo qualcosa di molto attuale: uno scontro istituzionale di competenze (e non solo) tra Italia e Francia. Certo, pensando che andrà in onda pochissimi giorni dopo quanto accaduto con i sempre ‘difficili’ (per non finire arrestato come Giallini) cugini transalpini… beh, neanche a farlo apposta.
Vediamo il cast artistico, con pochissime novità: Marco Giallini (Rocco Schiavone), Ernesto D’Argenio (Italo Pierron), Christian Ginepro (Mimmo D’Intino), Massimiliano Caprara (Michele Deruta), Gino Nardella (Ugo Casella), Valeria Solarino (Sandra Buccellato), Claudia Vismara (Caterina Rispoli); e poi, Alberto Lo Porto, Massimo Reale, Massimo Olcese, Francesco Acquaroli, Tullio Sorrentino, Mirko Frezza, Lorenza Indovina, Miriam Dalmazio.
Rocco Schiavone è un personaggio letterario, ormai noto ed amato da tanti milioni di italiani, protagonista dei romanzi polizieschi scritti da Antonio Manzini. È un vicequestore in forza alla Polizia di Stato, romano fin nel midollo, che si ritrova a dover svolgere le sue funzioni nella città di Aosta. Schiavone è sarcastico, nel senso più romanesco del termine, cinico quanto basta; odia il suo lavoro, soprattutto odia Aosta. Però ha talento, ne ha tanto. Trasferito nel capoluogo valdostano per motivi disciplinari, è un uomo con un senso etico tutto personale, che raramente coincide con quello che un poliziotto dovrebbe avere. È sboccato, brusco e le sue azioni spesso esondano i margini della legalità. Un uomo con un passato oscuro, con molti scheletri nell’armadio.
Nato a Trastevere negli anni ’70, in un piccolo appartamento in via delle Mantellate, quando il pittoresco quartiere romano non era ancora meta dei turisti e degli investitori americani, figlio di operai, Schiavone è cresciuto per strada giocando a guardie e ladri con i suoi amici del cuore, Sebastiano, Furio e Brizio. Col tempo i suoi amici sono rimasti ladri, lui invece è diventato guardia. Ma questo non ha intaccato il loro affetto e soprattutto il rispetto reciproco. Insomma, Rocco Schiavone è sì un poliziotto, ma tutto di lui farebbe dire il contrario.
C’è solo una persona al mondo che riesce a penetrare la scorza dura che Rocco si è costruito intorno: Marina, sua moglie. O meglio, la donna che era sua moglie. Che lo è stata fino al 7 luglio del 2007, giorno terribile nella vita di Rocco, nel quale la sua esistenza ha cambiato rotta, si è incrinata e, come un vaso di valore, non ha più potuto riprendere lo splendore di un tempo. Ma Marina continua a vivere nella mente di Rocco, che la vede viva e più bella che mai accanto a sé, tutte le sere, quando torna a casa. E la presenza della donna è l’unica cosa che rende sopportabile a Rocco la vita ad Aosta, l’unica cosa che riesce, in qualche modo, a colmare la nostalgia per Roma, per gli amici di sempre, per la sua vecchia vita.
Il regista, Simone Spada, ha – tra le altre cose – dichiarato: “(…) Anche quest’anno eccoci qua, nuovamente a presentare la nostra serie di Rocco Schiavone, giunta alla quinta stagione. Se penso a Rocco penso a quel meraviglioso viso unico e vissuto di Marco Giallini; penso alla scrittura umana e raffinata di Antonio Manzini; a quei bei romanzi Sellerio che divoravo anche prima di poter immaginare che un giorno ne avrei in qualche modo fatto parte; penso alla passione e alla visione del nostri produttori Rosario Rinaldo e Maddalena Rinaldo; penso alla Valle d’Aosta, che anche quest’anno ci ha ospitato; penso alla neve, un elemento naturale, magico, malinconico e visivo che merita di riempire quasi sempre un’inquadratura. ‘Rocco Schiavone’ è un racconto che più cresce e va avanti negli anni, più diventa potente, pieno e pregno di umanità e ricco di sfumature. Rocco è un po’ la verità della vita, la sua forza è l’empatia che crea con chi lo ama e chi non lo sopporta. Nonostante viva in un tempo sospeso, un continuo inverno che sembra non passare mai, Rocco cambia, perché noi stessi cambiamo con lui. (…) Anche in questa stagione, come nelle precedenti, si arricchiscono ulteriormente le linee dei personaggi che lo circondano, le sue amicizie, i suoi amori mancati o schivati, i rimpianti, gli incontri e alcuni ritorni. Non è affidato alle note di regia svelare alcuni clamorosi colpi di scena ma posso dire che a questa quinta stagione sono particolarmente legato perché fiero di questo prodotto che ormai, sembra assurdo, vivo un po’ come un figlio”.
Non c’è il tempo tecnico, considerati i molteplici impegni, per riportare lo scambio interessantissimo, simpaticissimo, pieno di risate e di cose serie, insomma… un compendio del meglio della vita, avuto con Marco Giallini durante la conferenza stampa. Nei prossimi giorni, uscirà un articolo contenente esclusivamente questo scambio, anche se ci vorrebbe la pubblicazione dell’audio (che abbiamo ben mantenuto nel telefonino e che farà piacere riascoltare), perché semplicemente trascritto non renderà mai l’idea di questa magia.
I quattro episodi, sempre molto ben scritti, altrettanto ben girati, e divinamente interpretati da Marco Giallini, che riteniamo essere l’unico capace di dare voce e volto a Rocco Schiavone, si intitolano: “Il viaggio continua”, “Chi parte e chi resta”, “Punti di vista” e “Vecchie conoscenze”.
Nel primo, Rocco Schiavone torna ai propri compiti di vicequestore di Aosta dopo quanto avvenuto alla fine della stagione precedente. Il colpo di pistola sparato per errore dall’agente D’Intino, che gli è costato un rene, non sembra rallentarlo, ma gli ha lasciato un profondo senso di vuoto e di solitudine che pesa nella relazione con Sandra Buccellato. Intanto, sul Monte Bianco, all’altezza di punta Hellbronner, al confine tra Italia e Francia, viene ritrovato un cadavere da due tecnici della funivia. I due però, per non essere coinvolti nell’omicidio, spostano nella notte il cadavere in territorio italiano. Quando Rocco è chiamato ad occuparsi del caso, intuisce l’anomalo spostamento del corpo, e decide di ‘restituirlo’ ai francesi, oltre il confine. Il resto, vale decisamente la pena di vederlo mercoledì 5 aprile su Rai 2.
(Franco Baccarini – Press Italia)