IL METODO FENOGLIO

DAL 27 NOVEMBRE SU RAI 1

“Il Metodo Fenoglio”, con Alessio Boni, Giulia Bevilacqua, Paolo Sassanelli, Giulia Vecchio (per la regia di Alessandro Casale), racconta una vicenda epica nella storia del nostro paese con toni
intimi e delicati, un viaggio all’interno di una “zona grigia” dove diventa difficile, se non impossibile, distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.
Bari, 1991. Il maresciallo piemontese Pietro Fenoglio è uno degli esponenti di spicco del Nucleo Operativo dell’Arma dei Carabinieri. I suoi punti di forza sono l’acuto istinto investigativo e il profondo rispetto per la legge e la verità, anche quando la sua apertura umana nei confronti dei criminali lo porta in diretto conflitto con i superiori.
Durante le sue ultime indagini Fenoglio ha cominciato a nutrire un sospetto che lo sta ossessionando. È convinto che la criminalità locale non sia più composta solo da un manipolo di bande rivali, ma che sia nata una vera e propria mafia barese. Eppure le sue indagini personali non trovano ancora riscontri pratici e vedono l’opposizione del suo superiore, il colonnello Valente.

Nei giorni successivi all’incendio doloso del Teatro Petruzzelli, cuore pulsante della città di Bari, la tensione è alle stelle: agguati, uccisioni e casi di lupara bianca creano un clima di terrore che rende impossibile la vita in città. E Fenoglio non riesce a decifrare le ragioni di quell’esplosione di violenza senza precedenti. Fino a quando non emerge un fatto inatteso e sconvolgente: il figlio di Nicola Grimaldi, il boss più potente e spietato del territorio, è stato sequestrato.
Durante le indagini svolte in collaborazione con l’appuntato Pellecchia, i cui modi spicci si scontrano con l’atteggiamento legalitario del suo superiore, e guidate dalla scontrosa e carismatica PM Gemma D’Angelo, Fenoglio vuole vederci chiaro. Scopre che il boss ha pagato un riscatto per riavere suo figlio, ma che il bambino non è mai tornato a casa.
I sospetti di tutti si concentrano su Vito Lopez, ex braccio destro del boss Grimaldi: la fortissima amicizia che li ha legati per anni, è infatti entrata in crisi ed è sfociata in una lotta fratricida e mortale. Ma è davvero Lopez l’artefice della faida oppure è solo un ennesimo capro espiatorio in una guerra criminale senza vincitori né vinti? La domanda tormenta Fenoglio, mentre sul livido orizzonte delle vicende nazionali si consuma l’attacco di Cosa Nostra al cuore dello Stato con i massacri mafiosi di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e delle rispettive scorte. La risposta alla domanda che toglie il sonno a Fenoglio la darà un’indagine diversa da tutte le altre, che porterà a scoprire una verità sorprendente.

Pietro Fenoglio è piemontese, è un alto maresciallo dei Carabinieri in forza al Nucleo Operativo di Bari. Non ama le armi e non ama arrestare le persone, anche se si tratta di una parte inevitabile del suo lavoro. È un uomo consapevole e libero, dubbioso e scettico. È colto (anche se autodidatta), lettore appassionato, amante della musica classica, della lirica e della pittura. Questo fa di lui una mosca bianca e suscita tra i suoi colleghi un’istintiva diffidenza. Lui lo sa e non fa nessuno sforzo per attenuarla.
Non ama la zona grigia della vita, ma sa che è un territorio in cui bisogna necessariamente avventurarsi. Non ama le scorciatoie procedurali ma sa che, a volte, non si può fare a meno di prenderle.
Fenoglio è un carabiniere quasi per caso. Figlio di un appuntato, mai avrebbe pensato di seguire le orme paterne. Solo dopo la morte di quest’ultimo, sorprendendo anche se stesso, ha deciso di fare il concorso nell’Arma. Farà i conti per tutta la vita con questa contraddizione.
Fenoglio si è trasferito a Bari dieci anni prima che la storia abbia inizio. Anche se pensava inizialmente che sarebbe stata una destinazione provvisoria. È in questa città che ha conosciuto la sua compagna Serena e che ora si basa tutta la sua vita. Il rapporto tra Fenoglio e Serena è appassionato e giocoso, ma i dubbi che il militare vive nella sua vita professionale non possono fare a meno di insinuarsi anche nella sua sfera privata.
Antonio Pellecchia: appuntato dei Carabinieri, è uno sbirro vecchia maniera, manesco, poco incline alle distinzioni sottili, considera le garanzie processuali una perdita di tempo. Gli piacciono le vie brevi, vorrebbe tagliare corto, andare al sodo. È però dotato della capacità di vedere il mondo dal punto di vista dei criminali e ha una fitta rete di confidenti che gli consente di avere notizie e informazioni aggiornate.
Lui e Fenoglio sono pianeti lontani anni luce. Non la pensano allo stesso modo su niente, Pellecchia è insofferente alla cultura legalitaria del suo superiore, detesta la mente razionale di Fenoglio, ma sotto sotto lo ammira proprio per la capacità di attraversare ogni situazione, anche la più scabrosa, senza mai farsi sporcare. E lui sa bene che sporcarsi è molto facile e conserva alcuni segreti che spera di non dover mai rivelare a nessuno.
Pellecchia è separato e ha scarsi contatti con la ex moglie. Da qualche mese sua figlia Ketty ha manifestato l’intenzione di stabilirsi a casa del padre per prepararsi agli esami di maturità. Pellecchia adora Ketty, ma non ha mai vissuto con lei. Mentre cercherà di riscoprire il suo ruolo di padre, l’indagine che conduce con Fenoglio farà venire a galla un segreto che Pellecchia sperava di aver lasciato nel passato.


SINOSSI DEI SOLI PRIMI EPISODI

SERATA 1
Episodio 1 – Una storia semplice
Bari, ottobre 1991. L’omicidio di un usuraio sembra solo un piccolo caso da archiviare
rapidamente. Non la pensa così il maresciallo Fenoglio del Nucleo Operativo dei Carabinieri.
D’altra parte, Fenoglio ha teorie che sono spesso in conflitto con quelle dei suoi superiori. Sa
che le storie non sono mai semplici come vorrebbero. E sa anche che la piccola malavita
locale sta prendendo la forma di un’organizzazione ben più terribile e letale.
Episodio 2 – Una mutevole verità
L’omicidio dell’usuraio sembra risolto, ma Fenoglio nutre ancora troppi dubbi. Intanto, il
rapporto tra Nicola Grimaldi, il boss al vertice della mafia barese, e il suo luogotenente Vito
Lopez è sempre più sul filo del rasoio e compromesso.

SERATA 2
Episodio 3 – Fratelli
Negli ultimi sei mesi è esplosa una guerra criminale. Fenoglio e il brigadiere Pellecchia
indagano alla ricerca delle sue cause, quando una sparatoria insensata macchia ancora di
sangue la città e miete vittime innocenti. Per quale ragione due fratelli di sangue come
Grimaldi e Lopez si stanno scontrando con tanta rabbia?
Episodio 4 – L’innocente
Il ritrovamento di una vittima della guerra criminale scoppiata a Bari scuote l’animo di
Fenoglio e dei suoi colleghi e dà inizio a una caccia disperata all’uomo. Intanto, il brigadiere
Pellecchia e il PM D’Angelo fanno i conti con un passato personale che pensavano fosse
ormai dimenticato.


NOTE DI REGIA (Alessandro Casale)

Trasporre per immagini in una serie televisiva il romanzo di Gianrico Carofiglio “L’estate fredda” è stato un grande privilegio e allo stesso tempo una sfida elettrizzante.
Il mio obiettivo è stato quello di ricostruire il più fedelmente possibile le atmosfere che caratterizzavano la città di Bari, capoluogo pugliese, che fu teatro delle vicende criminali dei primi anni ‘90 del secolo scorso che si dipanano nella serie. Una città, Bari, in cui il nostro protagonista Fenoglio, maresciallo del nucleo operativo dei Carabinieri, affronta importanti e delicate indagini nei mesi più caldi della lotta alla criminalità organizzata italiana di quegli anni. Pietro Fenoglio è un personaggio raro. Crede in quello che fa e cerca di farlo a tutti i costi, pur restando nei confini che lui stesso si è scelto. E questi confini si chiamano Legge. Per accompagnare il Maresciallo nelle sue complesse indagini ho scelto attori e ambientazioni estremamente legati al territorio, atti a rendere la sua attività investigativa assolutamente credibile; insomma una scelta, per me, necessaria per calare gli spettatori nella cruda realtà di quel periodo. Ho scelto una grammatica di ripresa classica, elegante e decisamente cinematografica per impreziosire questo racconto anche con accenni epici; mi sono, altresì, avvalso della collaborazione di ottimi capi reparto artistici per restituire il sapore e il calore
della realtà barese di quell’epoca, così affascinante e controversa.

Si ringraziano l’Ufficio Stampa RAI e Silvia Saitta. Co-produzione Rai Fiction – Clemart. Buona visione per quattro lunedì in prima serata su Rai 1.

(Franco Baccarini)

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